Catalogo Chiavennasca
Ottenuto da uve nebbiolo della sottozona Grumello in Valtellina, “Ortensio Lando” matura in legno per 16 mesi e termina l’affinamento in bottiglia per altri 12 mesi. Si abbina con carni rosse, selvaggina e pollame nobile. Ottimo con cappone ripieno arrosto.
Il Valtellina Superiore “Tell” nasce sui ripidi terrazzamenti della sottozona Grumello, a circa 650 metri di altitudine sul livello del mare, con pendenze che toccano il 70%. Tutte le lavorazioni in vigna sono quindi esclusivamente manuali e riflettono l’amore per la terra e il territorio del proprietario. Rosso avvincente, da abbinare a carni rosse, arrosti importanti e selvaggina.
Rosso lombardo di grande carattere e dalla spiccata personalità, da abbinare con carni rosse e preparazioni di terra dal sapore deciso. Affina per 24 mesi in tonneau di rovere francese.
La Riserva della sottozona Grumello di Balgera affina in legno dopo una vinificazione con lieviti indigeni. Ottima con carni rosse, formaggi saporiti e con selvaggina da piuma.
Slanciato e gradevole al palato, il “Matteo Bandello” di Luca Faccinelli affina in piccoli fusti di legno di rovere francese per 7-10 mesi prima della messa in bottiglia e della commercializzazione. Rosso fresco e versatile, da abbinare a preparazioni di terra e di carne. Ottimo con le carni rosse.
Riserva intensa, corposa e ben strutturata, da abbinare ai grandi e importanti arrosti della tradizione italiana. Ottimo anche con carni rosse in umido, selvaggina e formaggi stagionati.
Vino rosso dal sorso fresco ed equilibrato, "Umo" Rosso di Valtellina Boffalora si presenta nel bicchiere con un colore rubino intenso. Al naso regala profumi di susina e ciliegia. In bocca è asciutto, moderatamente tannico.
Vino rosso della Valtellina dal colore rubino intenso. Al naso si manifestano note di fiori secchi, erbe di montagna e menta. Al palato è regale e delicato con tannini morbidi e un finale di lunga persistenza. Affina minimi 39 mesi in botte grande.
Rosso della Valtellina Superiore, il Valgella DOCG di Balgera fermenta spontaneamente con lieviti indigeni e affina in botte grande di legno. Ne risulta un rosso dalla spiccata personalità, da abbinare a formaggi, carni rosse, selvaggina arrosto e in umido.
Il Chiavennasca ha segnato profondamente la storia vitivinicola della Valtellina anche se proviene da un'altra regione: definitivamente accertato che si tratti di una sottovarietá di Nebbiolo, le sue origini sono da ricercare nell'Albese e nelle Langhe. Una sua ampia diffusione in Valtellina è certificata già nel XVI secolo, mentre non si hanno notizie certe circa l'epoca della sua prima introduzione. L'origine del nome è motivo di differenti e contestate interpretazioni: in passato il termine era accostato alla cittadina di Chiavenna ritenendo, erroneamente, che fossero da ricercare in quei luoghi le sue origini. Alcuni sostengono al contrario che la giusta origine sia legata al termine ciu venasca che in dialetto significa “vitigno con più vigore”; altri asseriscono che il nome derivi da ciu vinasca, che vorrebbe dire "più adatta alla trasformazione in vino". Ligari (1752) per primo descrive in maniera esaustiva il vitigno, individuandone tre tipologie differenti per piccoli tratti morfologici; più tardi |
anche Lehmann (1797) distingue fra i tipi di Chiavennasca a seconda delle differenze della foglia, mentre in seguito altri studiosi insisteranno sulle diversità mostrate dal vitigno. I viticoltori valtellinesi riconoscono tradizionalmente diversi tipi di Chiavennasca che chiamano rispettivamente Ciavenasca, Ciavenascon, Ciavenasca Intagliata e Ciavenaschin. Quest'ultimo in italiano denominato "Chiavennaschino", risulta essere a tutti gli effetti un biotipo di Grignolino e non di Chiavennasca. Il Chiavennascone e la Chiavennasca Intagliata sono invece geneticamente uguali alla Chiavennasca, dalla quale si differenziano l'uno per la maggiore dimensione del grappolo, l'altra per le forme della foglia in età adulta.
L'area di diffusione del Chiavennasca rimane circoscritta ai confini della Valtellina, in provincia di Sondrio, dove la varietà è alla base dei vini della DOCG Valtellina superiore (che prevede al suo interno la distinzione tra le storiche e circoscritte sottozone Sassella, Grumello, Inferno e Valgella nonché la presenza della tipologia riserva), e della più estesa DOC Valtellina, che contempla anche la tipologia sforzato o sfursat, prodotta con uve appassite per alcuni mesi sui graticci.
Il Chiavennasca vinificato in purezza e con modalità tradizionali dà origine a un vino dai profumi fini e delicati (con note floreali, speziate e di sottobosco), abbastanza corposo e tannico, di buon grado alcolico e sostenuta freschezza, capace di impreziosirsi ulteriormente dopo un adeguato invecchiamento. Lo sforzato, oltre a essere più ricco, morbido e persistente, può mostrarsi integro e piacevole anche a distanza di molti anni. Vinificato in bianco, le uve sono una buona base per vini spumanti con rifermentazione in bottiglia.
Su Winepoint è possibile acquistare i vini della Valtellina prodotti con il vitigno Chiavennasca. Vini prodotti da viticoltori coraggiosi che praticano una viticoltura eroica e si dedicano con immensa passione al suo lavoro.